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giovedì 28 gennaio 2016

L'artigiano in condominio

Abbiamo visto le sanzioni a cui è sottoposto che non ottempera agli adempimenti del regolamento 1223/09.
Il regolamento si applica a qualunque cosmetico, e per qualunque si intende veramente qualunque.

Secondo il regolamento, Art.2
1. Ai fini del presente regolamento si intende per:
a) «prodotto cosmetico»: qualsiasi sostanza o miscela destinata ad essere applicata sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni) oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo esclusivamente o prevalentemente di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, proteggerli, mantenerli in buono stato o correggere gli odori corporei;
b) «sostanza»: un elemento chimico e i suoi composti, allo stato naturale od ottenuti per mezzo di un procedimento di fabbricazione, compresi gli additivi necessari a mantenerne la stabilità e le impurezze derivanti dal procedimento utilizzato, ma esclusi i solventi che possono essere separati senza compromettere
la stabilità della sostanza o modificarne la composizione;
c) «miscela»: una miscela o una soluzione composta di due o più sostanze;
d) e) f)...
g) «messa a disposizione sul mercato»: la fornitura di un prodotto cosmetico per la distribuzione, il consumo o l’uso sul mercato comunitario nel corso di un’attività commerciale, a titolo oneroso o gratuito.

Seguono poi tutti gli articoli sulla persona responsabile e i suoi obblighi, per arrivare a raggiungere l'obiettivo del regolamento che è quello riportato nell'art.1.
Articolo 1
Ambito d’applicazione e obiettivo
Il presente regolamento stabilisce norme che ogni prodotto cosmetico immesso sul mercato deve rispettare, al fine di garantire il corretto funzionamento del mercato interno ed un livello elevato di tutela della salute umana.

Ecco, livello elevato di tutela della salute umana.
A questo scopo, la persona responsabile deve preoccuparsi di avere per le mani un prodotto valutato sicuro da un valutatore apposito, di avere (per poterne dare) garanzie di purezza microbiologica, di seguire certe procedure o verificare che vengano seguite.
Perché il fine ultimo è che in mano ad un consumatore europeo finisca un prodotto valutato sicuro nelle normali e prevedibili modalità d'uso.

Chi si fa i prodotti da sé, in casa sua e nella sua cucina, ha tutti i diritti di farselo, purché lo usi esclusivamente su se stesso: se gli viene un faccione o gli cadono le gambe, fatti suoi.
Ad essere pidocchiosi già il fatto che possa usarlo sul figlio è infrangere la legge, perché di fatto "viene ceduto a terzi".
Figurarsi poi se dovesse proporlo ad un'amica: che venga pagato o no, quel prodotto è stato ceduto ad un consumatore senza alcun adempimento legislativo.
Nessuno.
Né il controllo microbiologico, né livello di esposizione alle sostanze, né una parvenza di valutazione di sicurezza, probabilmente (molto probabilmente) un'etichetta con svolazzo tipo marmellata della nonna ma senza alcuna indicazione a norma di legge.
Ovviamente tutto questo senza una manifestazione di esistenza: probabilmente (molto probabilmente) nei confronti del fisco se vende le sue creazioni, immaginarsi nei confronti dell'autorità europea di controllo della salute, cioè il famoso CPNP.

Se proprio uno non vuole dare soldi alle industrie ladre che lucrano sulla pelle (letteralmente) della gente, che però investono una montagna di soldi nell'ottemperare al regolamento e a mettere in commercio prodotti sicuri, cerchi almeno di chiedersi cosa c'è dietro alla crema fatta dalla vicina del piano di sotto che te la vuole regalare o vendere per 2 euro. Ne vale davvero la pena? Vale la pena rendersi complici di procedure totalmente fuori legge? Vale davvero la pena rischiare la propria pelle (letteralmente) applicandosi un prodotto fatto dall'amica senza sapere come? L'amica sarà anche carina e simpatica, ci terrà i bambini in un momento di emergenza, però bisogna anche essere in grado di dire no grazie, all'occorrenza.

Perché devo dire no grazie? Non sono in grado di dirle no grazie perché temo che si offenda e non mi tenga i bambini? Va bene. Ma se viene la faccia di fuoco, a chi dico grazie?
Aggiungo un no, e dico no grazie. Prima.

Quanto al proliferare di queste intraprendenti cosmetolinghe sulle pagine di FaceBook che senza ritegno vendono le loro rinomate produzioni, e quindi non sono neanche le amiche alle quali è più difficile dire no grazie...
Beh, essendo la loro un'attività illegale, oltre che pericolosa per chi ci casca, forse sarà opportuno segnalare la cosa, no?

E guardate che dire che la legge si riferisce, al punto g), "nell'ambito di un'attività commerciale", per cui la cessione ad un'amica o a uno che abbocca su Face Book non è un'attività commerciale, non può essere un alibi.
Perché l'obiettivo del regolamento prevale sul singolo articolo.








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